Un nuovo concetto di verità inclusivo
- Pierluigi Casolari
- 22 mar 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Non ho strumenti e capacità per definire un nuovo concetto di verità - but - ma provo a fare qualche riflessione basato su esperienza personale e l'illuminante lettura di Ken Wilber. Normalmente si pensa alla verità come corrispondenza, ovvero come coerenza tra la teoria, la frase, la tesi e i fatti, il mondo, l'oggetto dell'analisi. Oppure talvolta si pensa alla verità come verosimiglianza e capacità di spiegare dei fatti oppure più recentemente come coerenza inerna, armoniosa del sistema di credenze con sè stesso, una sorta di verità come organizzazione coerente delle informazioni all'interno del sistema stesso.
In generale il postmodernismo ha introdotto la nozione per cui ogni sistema di proposizioni, teorie e affermazione si basa su una serie di assunti concettuali e contestuali, tali per cui ci è impossibile accedere al mondo direttamente. Ogni affermazione sul mondo si basa su una visione del mondo, sul contesto in cui viene prodotta e: 1. questo rende impossibile produrre affermazioni o teorie vere nel senso classico del termine . 2. non è possibile chiamarsi fuori da tale meccanismo e dall'alto guardare le teorie per confrontare con il mondo.
La meta teoria è impossibile dicono i postmoderni, ogni teoria è paragonabile alle altre. Alcune saranno più efficaci commercialmente e si diffonderanno nel sistema del mercato, altre saranno più complicate e si diffonderanno in nicchie della società. Ma nessuna teoria o affermazione è più vera in assoluto. Eppure come sottolinea Ken Wilber, l'affermazione secondo cui è impossibile la verità e ogni teoria è uguale alle altre si presenta proprio come una verità assoluta. Una contraddizione in termini del postmodernismo stesso. Ma contiene una verità - appunto - parziale, che può essere sviluppata per andare i suoi stessi limiti.
Il fatto che non sia possibile una super teoria della verità che ci permette di prendere le varie verità e confrontarle con il mondo e capire quale è più vera delle altre, non ci impedisce di fare due tipi di lavori su queste verità:
cercare di evidenziare i nuclei comuni presenti in tutte le teorie e presunte verità
provare a sommare tutti i punti di vista e le prospettive per arrivare ad avere una super-prospettiva decentralizzata che permette di guardare al mondo e alle verità sul mondo da molteplici punti di vista.
Detta così sembra molto astratta come riflessione. Ma non lo è affatto. Sostituiamo le parole verità, convinzione e teoria, con visione del mondo, ideologia politica, opinione. E sostituiamo la filosofia con tematiche di grande importanza sociale o di attualità politica.
Pensiamo appunto al dibattito politico, oggi è impostato come lotta e scontro tra due opposte visioni, ciascuna delle quali si ritiene più vera dell'altra. Da un lato ci sono i progressisti, che sono orientati al welfare sociale, ai diritti civili, all'inclusione e alle politiche globali. Dall'altro ci sono i conservatori che sono interessati ai valori locali e tradizionali, ai modelli culturali e morali tradizionali. Sulle prime potrebbe sembrarci che i due livelli siano incompatibili. Eppure pensiamoci bene, perchè dovrebbero esserlo. Non potrebbe esistere una politica che pur riconoscendo spazio, valore e rispetto alle identità locali non ammetta che certe problematiche possono essere affrontate solo a livello globale? Non si potrebbe pensare ad una politica che è allo stesso tempo fortemente interessata al welfare e all'equità e allo stesso tempo laddove serve favorisce merito e iniziativa imprenditoriale? Non si potrebbe pensare ad una politica che pur riconoscendo come fondamentali i diritti civili di minoranze di genere e di identità, valorizza anche le formule tradizionali di unione, genere e sessualità e costruisce un'etica dell'inclusione totale. Non si potrebbe pensare ad una politica che pur focalizzata sui sistemi organizzativi - progressisti - sia anche in grado - di valorizzare gli elementi culturali condivisi e gli aspetti individuali, favorendo la ricerca personale, in ambito artistico, culturale e spirituale? E' davvero così necessario rimanere legati ai paletti?
Non potremmo invece provare a costruire un super sistema politico dove si cercano i nuclei condivisi e dove non ci sono nuclei condivisi si sommano tutte le prospettive, senza paletti ideologici? Ovviamente questo non accadrà per decenni, fino a quando una nuova generazione di adulti post ideologici e capaci di pensiero multi prospettico non sarà abbastanza numerosa da occupare i posti rilevanti del potere.
Nel momento in cui iniziamo a vedere le cose con un approccio meno ideologico, ma più inclusivo, possiamo costruire un nuovo modello di verità più inclusivo, e appunto, meno ideologico.
Mi ricordo quando ho militato per circa un anno con un minuscolo partito alternativo, antisistema. Uno dei principi base era non siamo di sinistra e non siamo di destra. E nemmeno di centro. Infatti non lo erano. Ma non sarebbe più interessante invece costruire una proposta che sia un po' di destra e un po' di sinistra che ne sommi le prospettive.
Facciamo un'ipotesi relativa a come è stato gestito il Covid, in particolare la vaccinazione e l'approccio medico al Covid. Il vaccino è stato costruito e progettato in tempi rapidi grazie all'accordo tra Big Pharma e Organizzazioni politiche e organi di controllo sanitario. Questo di per sè è positivo in caso di emergenza. Tuttavia è stata insabbiata qualunque altra possibilità terapeutica, nonostante le evidenze scientifiche che man mano stavano emergendo. Quando una parte significativa della popolazione ha iniziato a esprimere la propria contrarietà al vaccino, non si è fatto niente per permettere a queste persone di essere buoni cittadini ma allo stesso tempo assecondare i propri valori. Invece si poteva deideologizzare il vaccino e intensificare e favorire i tamponi, incentivare in tutti i modi lo smart working e creare safe zone per chi non era vaccinato, tanto più che era evidente che il vaccino non fermava il contagio. Invece no, una parte è stata massacrata e ignorata. e questa parte ha covato un risentimento enorme e ha trovato sostegno in pensatori antisistema alla ricerca del complotto e altrettanto propensi al conflitto sociale, quanto le parti che avevano segregato i primi. Si poteva costruire un sistema multi prospettico, non ideologico, e fattoriale. Dove l'obiettivo primario della politica non era altro che trovare il maggior numero di soluzioni possibile per il maggior numero di posizioni di partenza differenti. Questo non è stato fatto, ma è possibile che in un futuro, questo nuovo concetto di verità multifattoriale, multi prospettico e inclusivo si diffonda e migliori la coesione sociale.



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