Differenti tipi di illuminazione nelle 3 correnti buddhiste
- Pierluigi Casolari
- 26 apr 2024
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 20 lug 2024
Esistono differenze sostanziali tra le grandi tradizioni buddhiste, ovvero la tradizione Theravada, quella Zen e quella tibetana o Tantrica.
Una delle maggiori differenze tra queste tre tradizioni è la concezione dell'illuminazione e il suo rapporto con la vita. Nel Theravada, l'illuminazione si identifica con il raggiungimento del non-attaccamento e del distacco dai desideri e dalle brame. L'illuminato è rappresentato dal monaco, che vive in distacco e perfetta equanimità dal mondo. Il tono prevalente è quello del distacco dalla realtà, vista come la sede delle tentazioni che scatenano desiderio e brama. Questo aspetto avvicina il Theravada alla tradizione cristiana, con il mondo visto come Samsara, il luogo della condanna eterna.

Nel buddhismo Zen, invece, l'illuminazione corrisponde alla mente del principiante, completamente immerso nel suo agire e nel momento presente. Se nel Theravada il paradigma è il monaco alienato dalla realtà in uno stato di assorbimento, nell'illuminazione Zen è il maestro spirituale Thich Nhat Hanh, totalmente presente in ogni attimo della vita, in uno stato di completa "mindfulness". In termini più prosaici, un illuminato moderno Zen è colui che, in uno stato di profondo "flow", si immerge completamente nel proprio fare, trascendendo l'ego.
Infine, l'illuminazione nella tradizione tantrica e tibetana è incarnata dal bodhisattva, l'illuminato che, pur potendo liberarsi dal ciclo del samsara e assaporare l'estasi del Nirvana - l'illuminazione Theravada - sceglie di dedicarsi all'altruismo, fungendo da maestro, mentore, servitore, e trovando l'illuminazione suprema nell'amore verso gli altri. Questa forma di illuminazione è esemplificata da Madre Teresa, che si trascende completamente nell'amore per gli altri.



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