Le tre modalità di funzionamento della consapevolezza in base alla teoria degli archetipi di Jean Bolen
- Pierluigi Casolari
- 4 set 2024
- Tempo di lettura: 3 min
La consapevolezza è la nostra capacità di avere una rappresentazione delle cose e di noi stessi. Essa determina il nostro modo di stare nel mondo.
Secondo la psicologo Jean Bolen esistono tre modalità di funzionamento della coscienza, a ciascuno dei quali corrisponde uno specifico archetipo, ovvero una modalità profonda del nostro essere.
Il primo modello è la coscienza polarizzata. Quando si attiva questa forma di coscienza prestiamo attenzione ad uno specifico oggetto di interesse trascurando tutto il resto. Questo oggetto di interesse potrebbe essere un obiettivo di lavoro o l'acquisizione di una competenza tecnica. Grazie alla coscienza polarizzata focalizziamo la nostra concentrazione su questo oggetto-obiettivo, trascurando e tralasciando tutto il resto. In termini di archetipi, questa forma di coscienza appartiene all'archetipo di Atena, Artemide, Apollo, Zeus. Queste divinità rappresentano nella mitologia archetipi di successo, che raggiungono gli obiettivi, utilizzano l'intelletto e sono focalizzati sul risultato più che sul processo, sull'obiettivo più che sulle relazioni.
Molte persone sono dominate da questi archetipi e paralizzate in questo tipo di coscienza. Queste persone raggiungono facilmente il successo, fanno carriera, ma le loro vite sono spesso aride, le conversazioni che intrattengono sono spesso povere, fredde e asettiche, le relazioni che vivono sono poche e non gratificanti.
Il secondo modello di coscienza è la coscienza diffusa. Quando si attiva questo modello di coscienza, l'attenzione si sposta dall'oggetto all'insieme. Il laser si trasforma in una luce calda che scalda la stanza. La persona che manifesta questo tipo di coscienza è più rivolta alle relazioni che all'obiettivo. E' ricettiva, accogliente. Grazie alla coscienza diffusa, è possibile mettersi in ascolto, a disposizione e interessarsi alle altre persone, accogliendole e facendole sentire ascoltate. La coscienza diffusa è una dote fondamentale in tutte le attività che coinvolgono l'ambito relazionale. Nella mitologia le divinità capaci di questa coscienza sono le divinità femminile della casa, come Era (la moglie), Demetra (la madre), Estia (la Dea del focolare), Persefone (la dea bambina). A queste divinità sono associati gli archetipi dell'accompagnare (Era, la moglie), del donare e darsi (Demetra, maternità), dell'introspezione (Estia), del compiacere e ricevere (Persefone). Le persone che sviluppano questa coscienza hanno generalmente relazioni ricche, profonde, sono circondati da persone e dedicano la propria vita agli altri. Dentro di loro è meno forte la spinta alla carriera, al successo, al risultato. Spesso tuttavia queste persone restano imprigionate all'interno di relazioni tossiche, da cui non riescono a liberarsi per la propria incapacità di avere obiettivi individuali distinti dalle relazioni stesse.
La terza modalità della coscienza è quella alchemica, o coscienza Afrodite, in omaggio alla Dea della Bellezza, che la esemplifica nel migliore dei modi. La coscienza alchemica è polarizzata ma ricettiva. Essa è la capacità di interessarsi a qualcosa e a qualcuno, coglierne la bellezza, le potenzialità e trasformarlo.
Mentre la coscienza polarizzata è incentrata su un obiettivo e non si lascia turbare fino a quando l'obiettivo non è raggiunto, la coscienza Afrodite è incentrata su un oggetto dell'attenzione, ma non è guidata da obiettivo, ma dall'interesse, dalla curiosità e dalla capacità di coglierne la bellezza, la magia, l'unicità. Quando ci innamoriamo vediamo nell'altro la bellezza, l'intelligenza, le doti migliori. La coscienza alchemica è la coscienza degli innamorati. Afrodite era la Dea della Bellezza non soltanto per il suo aspetto sensuale e affascinante, ma perché riusciva a vedere la bellezza negli altri. Afrodite era la moglie di Efesto, il Dio artigiano e artista, di cui sapeva ispirare la creatività e aiutarlo nel processo creativo. Rispetto alla coscienza diffusa, quella alchemica non è ricettiva e passiva, è attiva e polarizzata, ma cerca il bello momento per momento, non il risultato finale.
Chi ha questo tipo di coscienza attiva ha relazioni profonde appagante, è il grado di vedere le doti e le qualità delle altre persone e a farsi ispirare da esse. Spesso si occupa di bellezza, arte, musica, creatività. Il rischio è quello di perdere focalizzazione e rimanere incastrati nel presente eterno del qui e ora. Quando l'allenatore riconosce il talento nel suo allievo, quando l'innamorato si fa travolgere dalla bellezza della sua bella, quando ci perdiamo a guardare un tramonto, quando ci commuoviamo sentendo un assolo di uno strumento è la coscienza di Afrodite ad essersi attivata dentro di noi. L'effetto Pigmalione dimostra che la coscienza Afrodite è alchemica e in grado di trasformare il piombo in oro.
Una vita piena e ricca, nella quale poter rivestire più ruoli, richiede la capacità di attivare le tre forme di coscienza.




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