La filosofia come esercizio spirituale e non come discorso sul mondo
- Pierluigi Casolari
- 18 mar 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Socrate, il vero fondatore della filosofia moderna e dell'etica, non ha scritto nulla. Per lui la filosofia era aggirarsi nel mercato di Atene per discutere con militari, generali, senatori, uomini politici della capitale greca e sfidarli nel campo delle questioni ultime: che cos'è il coraggio, come si diventa virtuosi, che cos'è l'anima, come si vive una vita degna di essere vissuta? Socrate, con quel suo modo di fare pungente e interrogatorio, si definiva un tafano, ma anche ostetrico, perché aiutava gli altri a tirar fuori in autonomia le proprie idee. Quando l'amato Platone decise di scrivere per i posteri la filosofia del grande maestro scelse la forma dei dialoghi, in quanto la filosofia di Socrate non era fatta di teoria, ma piuttosto di confronto, dialogo, scontro, aporia, suggestioni. Certo c'erano anche delle teorie in quei dialoghi, ma ancora oggi dopo secoli di interpretazioni è difficile dire quanto di quelle teorie sia farina del sacco di Socrate o di quello di Platone. Ma anche per il discepolo Platone la filosofia è ancora e principalmente psicagogica, anagogica serve per elevare l'uomo verso il buono, il bello, il vero. Sarà invece l'allievo di Platone, Aristotele, che non conosceva Socrate, se non attraverso fonti indirette, a diminuire ulteriormente la componente pratica della filosofia, trasformandola in una forma di conoscenza sul mondo. Con Aristotele, in un certo senso la filosofia si sgancia dalla vita e diventa teoresi, discorso sul mondo, scienza delle cose ultime. Lo spirito tafanico e maieutico verrà invece ripreso dagli stoici e dagli epicurei che, anche alla luce della trasformazione sociale del loro tempo, riprenderanno in mano la filosofia come medicina dell'anima e non come vuoto discorso sul mondo. Con gli stoici, questa medicina dell'anima acquisisce una straordinaria complessità e si può serenamente dire che gli stoici sono alla base di qualunque psicologia cognitiva. Non è un caso, che oggi, in questo momento storico senza più risposte ultime alle domande esistenziali, lo stoicismo sta vivendo una straordinaria rinascita. Anche i neoplatonici riprenderanno la tensione anagogica di Platone e della filosofia come elevazione dell'anima e non studio della natura. Per i neoplatonici infatti la stessa elevazione dell'anima non è un altro che un modo per accedere a dimensioni della realtà che altrimenti non ci sarebbero accessibili. Grazie al neoplatonismo anche l'occidente si è costruito un proprio vocabolario legato all'illuminazione e al risveglio. Sfortunatamente tanto l'afflato etico e psicologico degli stoici, quanto quello spirituale e anagogico dei neoplatonici rappresentano isolate eccezioni. La via principale della filosofia è stata quella aristotelica. Da Aristotele si è poi passati alla filosofia tolemaica, poi alla filosofia moderna. Gradualmente anche l'etica è passata dall'essere medicina dell'anima che il filosofo esercitava per vivere una vita degna e aiutare gli altri a fare lo stesso, a studio del comportamento umano e delle regole dello stesso. Oggi la filosofia è in effetti, salvo rari casi, studio del pensiero filosofico, che è a sua volta in gran parte inteso come discorso filosofico sul mondo: in pratica è discorso su un discorso, il nulla per intenderci. E non è un caso che nel corso dei secoli la filosofia abbia perso pregnanza, divenendo o esercizio intellettuale da salotto o studio accademico nelle università. Al contrario i pensieri pratici e umanistici come lo stoicismo, Socrate e il neoplatonismo stanno vivendo un incredibile revival. Lo stesso revival che discipline spirituali filosofiche orientali votate alla cura delle pene dell'uomo stanno vivendo nei nostri giorni, mi riferisco in particolare al buddismo, al tantrismo, alla meditazione, etc.
Circa 20 anni fa, il pensatore Pierre Hadot, studioso di filosofia antica, ha pubblicato alcuni libri che spiegavano che l'interpretazione aristotelica della filosofia come pensiero sul mondo, tradiva sostanzialmente le origini e lo spirito della filosofia che invece non era altro che un insieme di esercizi spirituali che dovevano servire a migliorare la vita delle persone. Non è forse ora che si ritorni a tale spirito pionieristico? Oggi che le scienze hanno completamente svuotato di senso il cosmo, può ancora la filosofia ritirarsi nel ghetto accademico facendo discorsi su discorsi, meta discorsi relativi ad un qualche realtà che non è in grado di conoscere? Che ne è rimasto dello spirito di Socrate, dell'afflato etico degli stoici, del bisogno di elevazione dei neoplatonici?



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