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I tre fondamentali atteggiamenti nei confronti della realtà

Ci sono tre fondamentali atteggiamenti nei confronti della realtà. Il primo è l'accettazione della realtà così com'é. Il secondo è il tentativo di modificarsi per essere adeguato alla realtà. Il terzo è il tentativo di modificare la realtà stessa. Questi tre atteggiamenti corrispondono a tre dinamiche determinanti nella nostra vita e in un certo senso anche a tre fasi differenti dell'esistenza.



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La prima fase è l'accettazione della realtà così com'é. Questo è il periodo della fanciullezza. In questo periodo la realtà è data, i genitori sono dati, le regole sono date, gli orari sono stabiliti. Lo spazio di manovra è minimo. Ma va bene così. E' una fase temporanea della vita ed è fondamentale che in questa fase, in cui si è ancora dipendenti dagli altri, se ne accettino le regole.


La seconda fase è quella in cui noi iniziamo a renderci conto che esiste uno iato e un attrito con il mondo e il contesto. Quella sorta di armonia che percepivamo prima, se n'è andata. Per ritrovare l'equilibrio abbiamo bisogno di agire. Principalmente in questa fase la soluzione che riusciamo a percorrere è quella dell'adattamento. Per ritrovare l'armonia con il mondo dobbiamo adattarci. Questa è la fase della prima maturità. Usciamo dall'Università e ci adattiamo alle regole del mondo. Usciamo dagli studi con tante idee, anche ideali e valori, ma poi incontriamo il mondo, che da un lato ci sommerge, dall'altro ci seduce: lo stipendio, il successo, la carriera, la bella vita. Per raggiungere tutto questo però dobbiamo mettere da parte gli ideali, qualche valore e imparare le regole di questo mondo. Se lo facciamo però il premio è assicurato e consiste in un ruolo all'interno di questo mondo.

Questa fase corrisponde anche ad un periodo storico, quello che è andato dagli anni 60 allo scorso decennio. Il claim di questo periodo è: se ti adatti, il mondo saprà ripagarti.


La terza fase presenta un movimento completamente diverso. E nasce da un profondo dolore. La fase di adattamento non è stata indolore, la rinuncia ai propri valori e ideali è stata più un patto con il Diavolo che un biglietto per il Paradiso. I premi che il mondo ci ha sofferto ora iniziamo a sembrarci effimeri e la parte di noi stesi a cui abbiamo rinunciato sta reclamando spazio. In questa fase iniziamo a capire che al di là dell'adattamento c'è un valore molto grande che si chiama integrità la quale richiede di tornare ad essere sé stessi. Il bisogno di integrità rende sempre più insoddisfacente la maschera che abbiamo indossato e i ruoli che interpretiamo in ufficio, con gli amici, nella società. Abbiamo bisogno di rompere con tutto questo. In questa fase l'atteggiamento nei confronti della realtà si trasforma. Non siamo noi a doverci adattare, ma dobbiamo piuttosto cercare un mondo a noi simile. E questo significa cambiare lavoro, vita, città, nazione, stile di vita. Questo atteggiamento dal punto di vista psicologico corrisponde alla maturità, ma nelle nuove generazione arriva prima, in quanto quest'ultimo decennio ha visto diventare impellente questo bisogno, a tutte le età. Il contesto è fluido, effimero, le norme sono polverizzate in mille stili di vita, costumi e regole. Impossibile adattarsi, la strada nuova è quella dell'integrità.


Il nuovo claim è: crea il tuo modo d'essere e trasformalo nel tuo mondo. Non mancano tuttavia gli ostacoli. Se nella fase precedente l'ostacolo è la finzione, l'inautenticità, il vuoto. In questa fase l'ostacolo è la paura, il terrore, l'insicurezza.

 
 
 

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