Gli effetti della meditazione sulla capacità di riconoscere i propri limiti
- Pierluigi Casolari
- 25 lug 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Se abitiamo in città e poi in vacanza andiamo in montagna può capitarci un'esperienza rivelatoria. Stiamo facendo una passeggiata, siamo immersi nella natura, l'aria è fresca, stiamo bene, poi ad un certo punto passa un auto e ci supera. Improvvisamente l'aria si sporca del gas di scarico, percepiamo il fastidio e sentiamo l'aria pesante. Ci rendiamo conto che quel fumo e quel gas sono tossici. Per un attimo l'aria è quasi irrespirabile. Poi passa qualche secondo e torna la sensazione di fresco. Mai provata questa sensazione?
In un certo senso questa esperienza è la metafora di quello che ci succede meditando. Prima di meditare, siamo tendenzialmente immersi nel flusso continuo di pensieri, inclinazioni, emozioni, parti di noi che si accavallano. Tutta questa pletora di contenuti mentali accadono continuamente, non rappresentano un problema, se non per i loro effetti. Ma di per sé sono semplicemente l'aria che respiriamo nella nostra vita normale. Neppure li vediamo.
Poi ad un certo punto iniziamo a meditare (gita in montagna), e dopo qualche settimana di presa di contatto con questa nuova pratica, la meditazione comincia a fare i suoi effetti. Iniziamo a diventare consapevoli di tanti pensieri, sensazioni, emozioni, inclinazioni, emozioni, parti di noi che ci intossicano (il gas di scarico della macchina).
Osserviamo giudizi negativi sulle persone, pensieri senza senso, ricordi che non c'entrano nulla con quello che facciamo, fantasie che non ci rappresentano e tutto questo ci riporta ai limiti di noi stessi. Al nostro punto di partenza.
Prima eravamo nel flusso, poi praticando, a poco a poco, anche al di fuori dei momenti di pratica formale, diventiamo più coscienti dei pensieri, inclinazioni, emozioni, parti di noi che si accavallano nella nostra consapevolezza.

La maggior parte di questi pensieri e complessi mentali sono inutili, deleteri, insignificanti, negativi. E molte persone restano esterrefatte di tale spazzatura mentale (la sensazione di aria irresponsabile in montagna, quando passa l'auto)
Non è infrequente che con la meditazione insorgano episodi id ansia o che si possano manifestare veri e propri attacchi di panico. Molte volte questo non è altro che un sintomo della nuova consapevolezza di quello che ci succede. Consapevolezza che prima mancava del tutto. In pratica stiamo guardando dentro al buco nero della nostra mente e iniziamo a scoprire i mille scheletri nell'armadio, i limiti e i difetti che abbiamo.
Grazie ad una pratica regolare di meditazione riusciamo ad aumentare la nostra consapevolezza e dunque a divenire consapevoli dei nostri limiti e del nostro punto di partenza.
Se la crescita personale è rimuovere gli strati inutile e scolpire il proprio sé dal blocco di marmo di partenza, la meditazione è lo strumento essenziale per guardare la realtà così com'é e conoscere i nostri limiti



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