Esperienze di picco e stati di coscienza elevati durante la meditazione
- Pierluigi Casolari
- 23 mar 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 5 ago 2024
Durante la pratica meditativa, è possibile sperimentare stati di coscienza di picco e avere esperienze particolari. Queste esperienze possono verificarsi sia durante una sessione di meditazione che come risultato di una pratica prolungata. Di seguito descrivo alcuni tipi di esperienze comuni, cercando di fornire un quadro utile ai lettori.
Il primo tipo di esperienze intense legate alla meditazione include cambiamenti nelle fasi del sogno e del sonno profondo. Solitamente, siamo portati a considerare la veglia, il sonno con sogni e il sonno profondo come stati nettamente distinti. Inoltre, tendiamo a credere che solo lo stato di veglia sia in contatto con la realtà, mentre il sogno e il sonno profondo siano semplicemente pause dalla realtà. Tuttavia, molti meditatori esperti notano che le differenze tra questi tre stati diventano meno marcate.
Grazie alla meditazione viene rafforzato il "muscolo" della consapevolezza o presenza mentale, ovvero l'essere presente a sé stessi nel momento presente. Con il passare del tempo questo muscolo tende a crescere e la consapevolezza si stabilizza durante la giornata, ovvero durante il periodo di veglia. In pratica siamo molto più presenti rispetto a ciò che facciamo, pensiamo, percepiamo. Siamo consapevoli di camminare quando camminiamo, siamo consapevoli di quello che mangiamo quando mangiamo, siamo consapevoli di lavarci i denti, quando ci laviamo i denti. Detta così sembra una sciocchezza, ma non lo è. La maggior parte delle persone fa le cose in modo semi inconscio, vivendo con il pilota automatico, senza alcuna consapevolezza dei propri pensieri ed emozioni.
il punto è che grazie ad una regolare pratica meditativa il muscolo della consapevolezza inizia ad attivarsi non solo durante la giornata ma anche nello stato di sogno e infatti i meditatori di lungo corso fanno spesso sogni lucidi. Può anche succedere che si acquisisca un barlume di consapevolezza nel sonno profondo.
Nel sonno senza sogni quando quando si è consapevoli, non si è consapevoli di qualcosa in particolare. In un certo senso è uno stato di pura consapevolezza, si è consapevoli e basta. Il filosofo Ken Wilber parla in questo caso di "pure consciousness".
Ovviamente l'interpretazione oggi più in voga è che questi stati ampliati di consapevolezza dei meditatori di lungo corso sono semplicemente potenziamenti mentali. Le tradizioni spirituali invece sostengono l'inverso, ovvero che grazie al muscolo sviluppato con la meditazione si riesce ad accedere ad una realtà più profonda normalmente non accessibile, questa realtà più profonda è lo stato di pura coscienza, pure consciousness che coincide con la parte più spirituale di noi stessi e ci connette alla spiritualità cosmica.
Queste esperienze non rappresentano l'obiettivo della meditazione, né si manifestano necessariamente e o regolarmente, di conseguenza ha davvero poco senso progettare la propria pratica per raggiungere questi stati avanzati di coscienza. Il raggiungerli o meno non inficia i benefici enormi della pratica meditativa regolare e prolungata. Il raggiungerli o non raggiungerli non influenza il proprio comportamento giornaliero e il proprio sviluppo personale.
Scrive Eckart Tolle: "non è la coscienza dentro di noi, siamo noi dentro la coscienza".




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