Esperienze di picco con la meditazione
- Pierluigi Casolari
- 10 lug 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Dopo qualche tempo - generalmente, anni - che si pratica meditazione con regolarità è molto frequente che inizino a comparire stati di coscienza nuovi e inaspettati. Non c'è una regola e non bisogna aspettarselo, tuttavia la loro apparizione non passa di certo inosservata.
Le esperienze di picco che io ho potuto osservare sono di due tipi.
Il primo è relativo a trasformazioni nel sonno e nel sogno, Può accadere per esempio che il sonno si fa più leggero, come se ci fosse una sorta di leggero impercettibile stato di coscienza sempre presente anche durante il sonno. Oppure che si cominci a fare sogni lucidi, ovvero sogni in cui siamo coscienti di sognare.
Il secondo tipo di esperienza che è quella che ho potuto osservare più frequentemente è la presenza di una "sorta" di "energia" che ci attraversa quando entriamo in uno stato di meditazione profondo.

All'inizio della seduta di meditazione, la mente è brulicante di pensieri, poi gradualmente si placa e cominciamo a sentirci più presenti, più incarnati dal punto di vista corporeo. Sentiamo e stiamo nel corpo. A volte - dopo anni di pratica - a quel punto cominciamo ad avvertire formicolii, vibrazioni a volte in modo leggero, a volte invece come un fascio di energia che ci attraversa, e che avvolge il collo, le spalle, la schiena, la spina dorsale. Il formicolio iniziale si trasforma in una fascio di energia possente, che genera benessere e aumenta il nostro senso di presenza. Nella tradizione orientale questa energia è la Kundalini. Lo psicologo Richard Schwartz fondatore della teoria psicologica delle parti (Internal family sistem) la chama "energia del sè".
Quando siamo attraversati da questa energia il nostro stato di benessere è palpabile, ci sentiamo uno con il nostro corpo e allo stesso tempo sentiamo che quella energia siamo un po', ma è anche un qualcosa a sé stante, di cui però siamo parte
Si tratta in generale di un'esperienza di picco (higher consciousness experience) che modifica completamente il nostro rapporto con la meditazione. Nel momento in cui iniziamo a vivere queste esperienze, iniziamo a renderci conto che l'obiettivo ultimo della pratica non è ridurre lo stress, ma iniziare a dialogare con queste parti profonde di noi.
La scienza spiega questa energia con la presenza di endorfine e altre sostanze nel corpo che generano uno stato di benessere. Tuttavia in termini filosofici, le esperienze di picco hanno un significato più profondo. Non si tratta di stati biologici, ma di stati dell'essere attraverso cui noi riusciamo a cogliere significati più profondi della realtà.
Questi stati ontologici hanno una controparte biologica, ma non sono chiusi dentro il nostro cervello. L'io grazie a questi stati sviluppa facoltà che gli permettono di vedere in modo nuovo sé stesso e il mondo



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