Ecco perchè la mindfulness funziona
- Pierluigi Casolari
- 18 gen 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 5 ago 2024
La mindfulness è un insieme di pratiche di meditazione, ispirate alla meditazione buddista Vipassana. A differenza della Vipassana che è inscindibilmente legata alla dottrina buddista (liberazione, ottuplice sentiero, le quattro verità), la mindfulness è una pratica laica.
La mindfulness nasce grazie alle intuizioni del biologo americano John Kabat-Zinn, che negli anni 70 ha sviluppato un ampio progetto di ricerca e pratica finalizzato a integrare la meditazione Vipassana di cui era praticante, con il pensiero scientifico occidentale, che utilizzava nel suo lavoro di biologo. Nasce così la pratica Mindfulness, che oggi è un marchio registrato, riconosciuto a livello internazionale e autorizzato in molti stati per il trattamento di disturbi psicologici e cognitivi: come il disturbo da stress post traumatico, forme lievi di depressione e prevenzione dello stress.
Alla mindfulness vengono riconosciute inoltre ampie proprietà benefiche psicofisiche: miglioramento della concentrazione, rilassamento, riduzione dei pensieri negativi, miglioramento dell’umore. Ma anche benefici fisici e organici come abbassamento della pressione, riduzione del dolore in malattie infiammatorie, miglioramento della circolazione cardiaca, prevenzione delle crisi di emicrania e via dicendo.
Grazie a quali meccanismi, la meditazione e la meditazione funzionano?
Coloro che praticano la meditazione regolarmente notano gradualmente dei cambiamenti nella loro vita. Talvolta, questi cambiamenti sono rapidi e straordinari, altre volte sono progressivi, lenti e non sequenziali. Tuttavia, è insolito non osservare cambiamenti significativi. Si può affermare che l'ampiezza dei cambiamenti sia proporzionale alla costanza e all'intensità della pratica. I cambiamenti includono:
Diminuzione dello stress
Aumento della consapevolezza e della concentrazione
Diminuzione dei pensieri negativi e autocritici
Ma soprattutto dopo un po’ di tempo che si pratica, di solito ci si accorge (a volte se ne accorgono gli altri e ce lo dicono) che si è meno nervosi, più aperti mentalmente, si ascolta di più, si lascia correre un po’ di più e dunque ci si comporta in modo meno reattivo.
Sarebbe ridicolo se dicessimo che in pochi mesi si diventa illuminati. Non è così. Eppure sarebbe impreciso anche omettere che il Buddha ha raggiunto l’illuminazione proprio attraverso la meditazione, in particolare la Vipassana (che è appunto una sorta mindfulness potenziata)
Come riportano tanti autori, l’illuminazione del Buddha è uno stato di equanimità, grande compassione, saggezza, grande chiarezza mentale, assenza di turbamento, benessere costante e profondo.
Se nel Buddha queste qualità sono all'ennesima potenza, grazie alla meditazione le possiamo sviluppare in parte e coltivare anche noi.
Bene, ma come si ottengono questi risultati? Per comprenderlo, è necessario analizzare il funzionamento cognitivo della meditazione. Immaginate di possedere un paio di occhiali da sole e di indossarli costantemente a causa dell'intolleranza alla luce. Gradualmente, vedendo il mondo attraverso la lente colorata, più scura e alterata, iniziate a percepire i colori diversamente. Ora, pensate di non aver mai rimosso gli occhiali; per voi, il mondo è esattamente come appare attraverso di essi.
Gli occhiali non sono semplicemente un oggetto per voi, ma il filtro attraverso cui "vedete il mondo". Poi, un giorno, qualcuno vi rimuove gli occhiali, una possibilità di cui non eravate consapevoli e che non avevate mai considerato. Dopo un iniziale disorientamento causato dalla luce intensa che colpisce la vostra retina, vi accorgete che la realtà è diversa da come appariva: i colori sono vari, i contorni più definiti, e ogni oggetto ha il suo colore unico, a differenza del tono cromatico uniforme di prima.

La meditazione è un processo continuo in cui, anziché osservare il mondo attraverso i propri schemi mentali, si presta attenzione al funzionamento di questi schemi. Non si guarda il mondo con gli occhiali, ma si osservano gli occhiali stessi. Si esamina il modo in cui si conosce il mondo.
Pensiamo ai nostri pensieri. Se si lasciano vagare liberamente, si finisce per convincersi di varie teorie e si vede il mondo attraverso quel filtro. Recentemente, come counselor, ho assistito una persona che mi sembrava non si sforzasse nemmeno di parlarmi. Non la ritenevo rilassata, ma piuttosto trascurata e disinteressata. Avevo iniziato a vederla così, etichettandola in tal modo. Poi, praticando la mindfulness, mi sono liberato di questo pregiudizio e ho cercato di vederla per ciò che era realmente. Era una persona che parlava e agiva con lentezza, in modo molto rilassato. Questo era tutto. L'etichetta di trascuratezza era stata mia, e avevo iniziato a crederci. In seguito, ho scoperto che non era affatto trascurata. Al contrario, il suo stile di vita lento, calmo e rilassato era una scelta di vita consapevole e sagace.
La mindfulness consiste nell'essere consapevoli di tutto ciò che accade nella propria mente. Prestare attenzione significa non essere più "vittima di questi schemi", ma comprendere il loro funzionamento. Con la meditazione, si crea un distacco sempre maggiore tra i propri schemi mentali e l'adesione automatica e inconsapevole a essi. Questo ci permette di vedere le cose per quello che sono realmente, non come sembrano nel flusso dei pensieri. Diventiamo capaci di cambiare il nostro punto di vista più rapidamente e di prendere distanza. Ciò ci rende meno reattivi e più liberi nelle nostre azioni, il che si manifesta in una minore tendenza a irritarci, fissarci sui problemi o rimuginare.
Inoltre, la meditazione non si limita a questo. Non solo esploro i miei schemi mentali, ma coltivo anche pazienza e gentilezza, la capacità di vivere il momento presente e di apprezzare di più ciò che accade, attenuando la tendenza a giudicare.
La meditazione e la mindfulness, se praticate regolarmente, sono efficaci perché instaurano abitudini che agiscono a un livello precognitivo, permettendoci di sviluppare, quasi come una seconda natura, qualità intrinseche che modificano il nostro comportamento.
Con la pratica assidua e diligente, diventerà sempre più spontaneo incorporare queste nuove qualità nella vita quotidiana. Gli altri noteranno i cambiamenti in noi prima che ce ne accorgiamo noi stessi.
Come ha osservato il teologo Vito Mancuso, la meditazione, vista come cura dell'anima, è un dono di Buddha all'umanità, e la mindfulness ne esprime al meglio molte delle sue essenziali caratteristiche.



Commenti