Crescita spirituale, crescita personale, crescita interpersonale, crescita psicologica
- Pierluigi Casolari
- 25 mar 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Le persone con grande consapevolezza spirituale dicono sempre che la montagna è una e per raggiungere la vetta - l'illuminazione - i sentieri sono tanti. Non ce n'è uno solo. Per qualcuno può andare bene il misticismo cristiano, per qualcun altro il buddismo tibetano, per qualcun altro lo sciamanesimo. Il punto però è che di montagne non ne esiste una sola ma almeno 4. C'è una montagna spirituale, una montagna della crescita personale, una montagna della crescita interpersonale, una montagna dell'integrità psicologica.
Ci si accorge di questo frequentando gli ambienti spirituali, come i ritiri di meditazione, i centri buddisti, i gruppi di pratiche varie. A questi percorsi partecipano persone che hanno enormi problemi psicologici, mentali, probabilmente psichiatrici. Lo si capisce dagli interventi che talvolta vengono fatti dai partecipanti. Nei giorni scorsi mi è capitato di partecipare ad un ritiro in cui al termine delle pratiche un partecipante ha fatto un lungo intervento dicendo che da 10 anni pratica meditazione ma in certi momenti si sente talmente aggressivo ed egoista, che non riesce a fare nulla. Ha proseguito dicendo che qualche medico gli ha diagnosticato un disturbo bipolare, ma evidentemente lui non sta seguendo le cura. Continua piuttosto il percorso spirituale, vissuto tra l'altro con enormi sensi di colpa, in quanto invece di diventare una persona meno egoista e autocentrata, continua a vivere nei suoi schemi mentali aggressivi ed egoistici. Evidentemente dopo 10 anni di pratica regolare e costante - a suo dire - qualcosa continua ad andare storto. Ed il motivo probabilmente è che questa persona ha veramente un disturbo bipolare, che non sta trattando psicologicamente e farmacologicamente.
Più in generale il punto è che il cammino spirituale non ci aiuta a risolvere problemi psicologici o malattie psichiatriche. Come scrive Ken Wilber il cammino spirituale è quello che ci aiuta a dare una risposta o almeno a cercare una risposta alle domande ultime: che cosa ci faccio su questo mondo, qual'è il senso della vita, che cos'è la morte? etc. Alcuni esercizi spirituali hanno benefici talmente estesi che potrebbero indirettamente aiutare in molteplici malattie della mente e del corpo. Ma si tratta tuttavia di benefici indiretti, lenti e probabilmente tortuosi. Eppure nonostante questo, moltissime persone con evidenti problemi psichici frequentano assiduamente centri spirituali con l'obiettivo di risolvere i propri problemi. Ma il punto è che , no, non li risolveranno, semplicemente perché stanno seguendo un sentiero corretto, ma la loro meta è un'altra montagna.
Non è colpa di queste persone, l'ambiguità è nel modo in cui vengono comunicati questi percorsi spirituali e non è un problema di adesso. E' un problema lungo quanto la storia. Lo stesso Siddharta diceva che con il suo metodo le persone avrebbero potuto eliminare la sofferenza. Siamo nel 500 AC e non c'erano gli psicologi e probabilmente la vita del tempo era più dura ma più semplice di quella attuale, il buddhismo si diffonde proprio per via dei suoi grandi benefici. Ma se i benefici fossero stati così assoluti, incontrovertibili, definitivi e unanimi allora il mondo avrebbe sposato per intero il buddhismo scavalcando ogni spirito campanilista e avidità umana.
Oggi a maggior ragione, la vita è mediamente meno dura, ma è diventata più complessa e non abitiamo soltanto alle pendici di una montagna, ma di almeno 5: la montagna dello spirito, la montagna del mondo, la montagna della nostra mente, la montagna delle relazioni. E ogni montagna presenta una serie di sentieri e di difficoltà per arrivare alla vetta, dove si trovano i frutti più grandi di quel luogo.
La montagna dello spirito è la nostra crescita spirituale ed ha al suo vertice l'illuminazione, la saggezza, la risposta alle domande ultime sul senso della nostra vita.
La montagna del mondo è la nostra crescita personale, riguarda il nostro ruolo nel mondo, in termini di ruolo sociale, lavorativo e famigliare, nonché il nostro benessere fisico.
La montagna della nostra mente è quella della nostra integrità psicologica, che ha al suo vertice il nostro equilibrio psicofisico, il nostro equilibrio interiore e salute mentale-
La montagna delle relazioni è quella del nostro essere "con gli altri", ed è collegata alla nostra capacità di relazionarci in maniera efficace e positiva con le altre persone.
Ogni montagna include una serie di sentieri che rappresentano i percorsi e i modelli di riferimento che portano a salire e a raggiungere la vetta di ognuna. Ogni montagna ha una serie di percorsi, una serie di ostacoli, una serie di premi intrinseci.
Tornando all'esempio iniziale, se una persona ha un problema di bipolarismo, la montagna su cui ha più necessità di incamminarsi è quella della mente. Se intraprende un cammino spirituale, potrebbe trovare qualche beneficio, ma difficilmente potrebbe risolvere il suo problema base.
Ken Wilber parla di 4 percorsi di crescita:
waking up
growing up
cleaning up
opening up
Che corrispondono sostanzialmente alle montagne di cui ho parlato.
Sostiene Wilber che ogni persona dovrebbe occuparsi di incamminarsi lungo tutti i cammini e montagne, in quanto in ciascuna area ci sono potenziali fonti di frammentazione e sofferenza. Ovvero, in pratica: la crescita personale che ci permette di trovare un posizionamento positivo nel mondo non risolve l'ansia e l'angoscia esistenziale che derivano dal non avere le risposte alle domande sul senso della vita. Allo stesso tempo, un percorso spirituale non risolve le problematiche psicologiche che derivano da traumi infantili o disfunzioni psicologiche.
L'obiettivo di crescita deve essere dunque strutturato su tutti i percorsi in modo da elevarsi in tutte le aree rilevanti della nostra esistenza.



Commenti