Conflitti sociali e sviluppo personale
- Pierluigi Casolari
- 20 feb 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Nel 2021 in piena pandemia ho scritto un libro intitolato L'inganno di Big
Pharma in cui segnalavo che le big dell'industria farmaceutica e altri enti e soggetti privati avevano sostanzialmente preso il controllo del sistema sanitario internazionale durante la crisi del Covid-19. Questa presa di controllo ha favorito coadiuvato e pilotato una serie di scelte a livello di politica sanitaria, particolarmente severe in Italia che si possono riassumere nelle seguenti direttive:
Utilizzo del vaccino come unica soluzione possibile
Disinteresse per sostanze naturali e/o già sul mercato che si stavano dimostrando efficaci in base ad evidenze scientifiche
ghettizzazione dei non vaccinati, in quanto dissidenti sociali
approccio punitivo nell'uso dei tamponi che dovevano essere pagati a caro prezzo e comunque non venivano riconosciuti come strumenti di profilassi
Il risultato di questo approccio nefasto è stato l'inasprimento del conflitto sociale, della polarizzazione, l'identificazione di un capro espiatorio, la spaccatura del sistema sociale.
Poteva essere evitato tutto questo? Evidentemente se è successo doveva succedere. Eppure potrebbe essere utile provare a pensare nuovi modelli di gestione, soprattutto auspicando che un'eventuale situazione simile possa essere gestita da persone che si trovano ad un più alto stadio di sviluppo personale e spirituale.
In termini di analisi integrale, quello che è successo potrebbe essere spiegato attraverso due elementi:
Da un punto di vista strutturale il mercato ha prevaricato su ogni altra forma di organizzazione sociale e politica
Da un punto di vista cultura la cultura scientista positivista dominante ha prevalso su altri approcci più olistici ed evolutivi
Non che la scienza sia un male. Ma la scienza positivista che ha dominato la scena durante la pandemia tende a ignorare tutto ciò che rimane fuori dalla sfera del mercato - a cui è asservita - e dell'approccio analitico:
medicine tradizionali non occidentali
sostanze naturali non brevettabili
approcci complementari e olistici
Il connubio scienza analitica-positivista e dominio del mercato hanno dunque messo fuori gioco ogni alternativa al vaccino, che rappresentava una strategia parzialmente efficace non priva di rischi e altamente remunerativa agli stati e agli enti regolatori. Questa miopia si è poi tradotta in una serie di politiche, leggi, direttivi e informazione pubblica che ghettizzava chi non aderiva a questa formula. Tutto questo è anche accaduto perché gli stati hanno delegato a Big Pharma e ad altri enti privati - vicini a Big Pharma la decisioni scientifiche da cui derivavano le politiche sanitarie.
Un approccio più ampio, inclusivo ed efficace avrebbe potuto invece svilupparsi secondo i seguenti punti:
Sviluppo dei vaccini - in sinergia con Big Pharma - come di fatto è accaduto
Indipendenza decisionale degli enti regolatori con approccio basato sia sul mercato (vaccini) che sulla ricerca scientifica indipendente
Autorizzazione o almeno assenza di apposizione all'utilizzo di terapie naturali in alternativa o a complemento dei vaccini, basandosi sul principio del non-nuocere
Equiparazione dei vaccini e dei tamponi come profilassi e incentivi economici per l'acquisto dei test
Obiettivo di questo approccio sarebbe stato quello di utilizzare strumenti ufficiali di cura, aprire le porte a soluzioni alternative con il supporto della medicina indipendente, de-ghettizzazione dei non vaccinati accettando questa scelta terapeutica come legittima, a fronte di un maggiore uso dei tamponi.
Questo approccio dal mio punto di vista avrebbe ridotto la conflittualità sociale, la ghettizzazione di una parte della popolazione e un più veloce recupero dell'equilibrio e dell'armonia all'interno della comunità.
Come direbbe Ken Wilber questo nuovo approccio sarebbe stato possibile soltanto se al posto della cultura orange-razionalista e positivista, nei centri di comando ci fossero stati almeno una certa percentuale di decisori integral, dotati di visione sistemica, olistica e aperti a differenti approcci rispetto a quelli analitici e soprattutto con più alto grado di comprensione dei differenti gruppi sociali operanti all'interno di un sistema complesso come uno Stato.



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