American beauty come metafora del risveglio spirituale
- Pierluigi Casolari
- 10 mar 2024
- Tempo di lettura: 4 min
"Lester Burnham è un uomo di 42 anni in crisi di mezza età, depresso, annoiato e arreso alla sua vita divenuta ormai grigia e monotona. Detesta il suo lavoro di scrittore per un periodico, in particolare i suoi superiori, e non sopporta più la moglie Carolyn, una nevrotica e spregiudicata quanto ambiziosa agente immobiliare, frustrata perché non riesce ad ottenere il successo che invidia nei colleghi più celebri" (fonte Wikipedia).
La moglie è l'icona perfetta del modello americano, basato sul successo, il merito, la ricchezza, l'ambizione, la competizione, il farsi da solo. Lester invece il mito americano lo ha già abbandonato da un pezzo, forse perchè il suo lavoro umanistico lo ha portato a riflettere maggiormente sul vuoto che quel modello alla fin fine genera.
Tuttavia, privo di alternative esistenziali, si trova senza più ambizioni, stanco, vuoto, senza energia. Fin quando non vede Angela l'amica sexy della figlia adolescente, anche lei minorenne. Lester viene travolto dal desiderio di possedere Angela, che, nel vortice di ombre che pian piano si disvela nel film, flirta maliziosamente con il padre dell'amica, interpretando la parte della Lolita spregiudicata - un ruolo oggi in esponenziale espansione - vedi adolescenti su onlyfans. Così Lester travolto da questo desiderio così inopportuno, ritrova una nuova energia e spinta vitale. Inizia dunque a fare sport, lascia il lavoro e trova un impiego senza particolare ambizione in un fast food.
Non vi pare di ritrovare l'anticipazione di quello che sta succedendo ora, con tutte le storie di manager stanchi dei modelli consumistici e capitalistici che ci chiedono di essere piccoli gerarchi all'interno di aziende che producono cose senza senso e che poi ad un certo punto lasciano tutto per andare a vivere in campagna, aprono un agriturismo o un centro di ippoterapia o una gelateria a Ibiza? Esatto è proprio la stessa cosa. Lester smosso dal desiderio di possedere il corpo giovane e bellissimo di Angela ritrova pian piano l'energia necessaria che gli permette di trasformare la propria vita. La bellezza del corpo giovane di Angela è la metafora dell'esotico, del viaggio nell'isola caraibica dove pensiamo di trovare la felicità.
Nel frattempo la figlia conosce Ricky un ragazzo strano - secondo i canoni del modello americano, che per gli adolescenti prevede l'eccellenza nello sport e una borsa di studio per andare in una buona università. Ricky invece è un ragazzo asociale, si mantiene vendendo "erba" - anche a Lester - e copre questo suo vero lavoro con un'attività da cameriere. Ricky però vive anche l'incubo famigliare di una madre che soffre di demenza e di un padre, ex generale dell'esercito, bigotto, conservatore e violento. Quello del padre di Ricky è un altro mito - stadio di sviluppo, direbbe Ken Wilber - che viene distrutto e sminuzzato nel film. Oltre all'America pragmatica, consumistica, votata alla carriera, al successo, agli oggetti di marca, alla bella casa, con giardino e barbecue della domenica con i vicini di casa, per parlare degli elettrodomestici all'ultimo grido, c'è anche l'America bigotta, conservatrice, che non conosce altra forma di reazione a tutto quello che non conosce che non sia la violenza e la forza bruta. Non fa eccezione il papà di Ricky, che non può accettare l'anormalità del figlio.
Così Lester inizia il suo viaggio, grazie all'erba di Ricky e all'energia sessuale generata da Angela. Ma man mano che il viaggio prosegue, esso prende una piega differente. E così Lester scopre che la vera felicità, la vera gioia non ha a che fare con il piacere sessuale - a cui poi rinuncia - così come non ha a che fare con un lavoro da padre irresponsabile - da commesso nel fast food o con la vendita nei confronti dell'arida moglie. Ma ha che fare con l'unica estasi che vale la pena vivere: l'estasi della vita stessa. L'amore per la vita, per il qui e ora, per il niente di speciale di ogni istante che si manifesta e che è rappresentato dalle foglie e i sacchetti di plastica che volteggiano nel vento, ripresi da Ricky. E' questa la gioia infinita, l'estasi che è concessa a noi esseri umani. Ogni istante diventa così una fonte di gioia infinita, come dicevano i Negrita. Da quel momento Lester è trasfigurato, una nuova e inaspettata compassione sgorga dal suo cuore liberato e purificato, una curiosità genuina per la vita dell'introversa figlia, un amicizia sincera per Ricky, e persino uno sguardo compassionevole verso l'infelice moglie, persa nella sua insensata ambizione e nella sua frigida compostezza borghese. Poi arriva il finale, che non racconterò.
La parabola di Lester è un altra metafora dell'illuminazione. Ad un certo punto si rende conto che il mondo intorno a lui non ha alcun senso. i valori in cui credeva in quanto capofamiglia di una perfetta famiglia americana sono destinati al vuoto e alla insensatezza. Così trova una nuova strada grazie al desiderio sessuale proibito per l'amica minorenne della figlia. Questa energia gli permette di liberarsi dalle catene. Il compito di Eros come diceva Platone è che quello di farci risalire verso la realtà ultima, dalle ombre alle forme vere. Ma l'eros carnale non ci porta all'estasi reale. E così Lester, aiutato dalla pratica - esercizi fisici, corsa, sostanze psicoattive - scopre che la vera vita non è in un altro obiettivo: possedere il corpo di Angela o vendicarsi dell'isterica e fedifraga moglie Carolyn. Ma è nella vita stessa. Esattamente come il senso di un fiore non è al di fuori di sé, ma nella sua stessa essenza, nel suo fiorire, nel suo brillare e nell'attrarre gli insetti grazie al suo brillare. Così Lester accede poco a poco alla scintilla della vita. E questo gli permetterà di vivere con compassione e incondizionato amore il resto della sua storia.
Parafrasando Platone, l'illuminazione non è il liberarsi dalle catene. Questa è soltanto la prima stazione di una lunga strada in salita, una vera e propria via crucis solo al termine della quale si trova il vero risveglio.



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