3 stadi della crescita personale
- Pierluigi Casolari
- 1 mar 2024
- Tempo di lettura: 5 min
Il nostro ingresso nella fase adulta a volte coincide con la scoperta dei piaceri. Sono spesso i piaceri a guidarci in questa prima fase. Anche se è riduttivo parlare di piaceri in senso stretto. Lo psicologo Adam Maslow ha rivisto questa logica intrecciando allo sviluppo umano quello di bisogno e ha sviluppato una piramide di bisogni che procede da quelli biologici a quelli legati alla sicurezza, da quelli legati all'appartenenza a quelli legati alla realizzazione e al successo e infine quelli legati all'autorealizzazione personale e morale.
Lo sviluppo umano, secondo gli psicologi dello sviluppo, è basato su uno cammino progressivo, per cui all'inizio il soggetto è limitato a bisogni fisiologici, biologici e fisici, poi crescendo si apre a bisogni sempre meno materiali che diventano alla fine bisogni legati al vivere secondo determinati valori etici e spirituali. Quella di Maslow è l'interpretazione classica dello sviluppo legata ai bisogni. Eppure come mostrano una miriade di altri studiosi e come suggerisce la nostra esperienza, potremmo anche interpretare buona parte della nostra vita, come una ricerca di piaceri. Nel momento in cui i piaceri e i desideri diventano "attaccamento" a loro volta danno origine al "bisogno", ma prima - prima di diventare attaccamento - sono piaceri. E noi esseri umani cerchiamo il piacere e rifuggiamo il dolore.
Tralasciando per un momento i piaceri che cerchiamo nella nostra infanzia, nel momento in cui diventiamo adulti il nostro sviluppo si potrebbe classificare in 3 fasi distinte, ciascuna delle quali caratterizzata da una tipologia di piaceri, riconoscendo tuttavia che la progressione, come già in Maslow, non determina la scomparsa della fase precedente ma la sua inclusione. La crescita quando è sana è sempre trascendere e includere, superare e portare con sé, come direbbe il filosofo Ken Wilber.
Si parte dunque dai piaceri fugaci, a cui siamo fondamentalmente orientati durante il nostro primo ingresso in società, una società che viene percepita come spazio e ambiente all'interno del quale possiamo andare a prenderceli - questi piaceri.
I piaceri fugaci che attirano la nostra attenzione nella prima fase di evoluzione del piacere sono il sesso, l'innamoramento, il lusso e lo sfarzo, le esperienze adrenaliniche, le emozioni forti, la novità, il successo. In questa fase quello che conta è il presente e generalmente i piaceri hanno una controparte a livello fisico e corporeo importante. In termini buddisti questo è l'ambito della impermanenza assoluta. Tutti questi piaceri sono effimeri, non durano, non soddisfano a lungo termine. D'altra parte in questa fase tutto è veloce, accelerato, non meditato. Allo stesso tempo però, il desiderio appagato genera la brama e questa quando guida il nostro agire genera l'attaccamento. Oggi la scienza spiega con il meccanismo della dipendenza, della dopamina e dei neurotrasmettitori, quello che i saggi antichi avevano ampiamente capito con un linguaggio più spirituale.
Il ripetersi costante del dolore legato alla ricerca del piacere, unito ad un maggior senso di urgenza rispetto al dare un senso alla propria vita, spinge le persone a superare lo stadio dell'effimero per raggiungere lo stadio di piaceri più consistenti e duraturi: la ricerca della felicità, la famiglia, i figli, l'amore, l'amicizia, l'impegno lavorativo e anche quello sociale o all'interno della comunità. Questo è il secondo stadio.
Man mano che diventiamo adulti, sostituiamo un componente della fase effimera del piacere con una sua controparte più duratura. Sostituiamo l'innamoramento con l'amore, il sesso occasionale con l'intimità fisica, la cumpa con amici con cui si condividono valori, il successo con la gratificazione e il piacere di un lavoro che riempie, l'emozione adrenalinica con il pianto del proprio figlio, che non ci lascia dormire la notte. Man mano che la maturità sopraggiunge iniziamo quest'opera di sostituzione, chi più e chi meno, chi in maniera esclusiva, chi mantenendo un equilibrato rapporto con i piaceri effimeri, chi concedendosi avventure. Trascendendo e includendo, come sempre.
Poi anche questo stadio, talvolta e non per tutti, inizia a stare stretto. Chi inizia a svegliarsi spiritualmente, come Neo in Matrix, si rende conto che il lavoro lo ha scelto per motivi che oggi considera poco rilevanti, che la costruzione della carriera lo porta lontano dalle sue emozioni. Qualcun altro si rende conto che anche questi piaceri più evoluti e sofisticati sono comunque effimeri e inizia a interrogarsi sul senso della vita. E' tutto qui, ci chiediamo? Ora che i figli iniziano a essere grandi e indipendenti, ora che nel lavoro mi sono stabilizzato e non c'è più la pressione a salire di livello, ora che il mio corpo inizia ad andare indietro e non riesco più a fare quello che facevo prima e che dunque inizio ad avere un silenzioso senso che la mia vita è transitoria, impermanente, effimera, ora che la coscienza della morte non è più un pensiero astratto e lontano, ecco appunto: ora che tutti questi nodi arrivano al pettine, iniziamo a interrogarci se non ci sia qualcosa di realmente permanente.
E' in questo passaggio che arriviamo al terzo stadio, in cui nasce il seme la saggezza. Come dice John Vervaeke, il ragazzo sta all'adulto, come l'adulto sta al saggio. Entrando in questa fase, l'uomo inizia a guardare dall'alto la sua vita, il suo sguardo diventa sempre più frequentemente a volo d'uccello, e così ha modo di vedere sotto di sé proprio i 2 livelli precedenti, quello del suo essere ragazzo, affamato di esperienze e piaceri momentanei, quello del suo essere adulto, affamato di stabilità, di costruire una posizione nel contesto sociale e di fare del proprio meglio.
Guardando approfonditamente a volo d'uccello inizia a esplorare le ulteriori possibilità della vita che gli si prospettano:
continuare a rafforzare la sua stabilità - comprare una nuova casa, risparmiare per la pensione, curare meglio la propria salute, aiutare i figli
sviluppare un nuovo atteggiamento rispetto a quello che ha già, esplorando la via della consapevolezza, rendendosi conto che nulla di quello che ha costruito ha un vero significato e quindi cercando di catturare ogni attimo di vita, rallentando per godersi il cammino invece della destinazione - che, aimè da un certo punto in avanti, è solo la morte.
aprirsi al mondo dei valori - il bello, il giusto e il vero, come diceva Platone. E scoprire il valore dell'etica, dei principi, di una vita condotta secondo saggezza, divenendo magari mentore di altre persone.
aprirsi un varco verso la trascendenza e iniziare un viaggio spirituale, per scoprire se è davvero tutto qua oppure esiste qualcosa che va oltre i due livelli che ha potuto assaporare.
In questa fase si passa al momento dell'autorealizzazione come suggerisce Adam Maslow, questo non significa dimenticarsi dei due precedenti livelli di sviluppo. Anche gli anziani possono fare sesso e anche i pensionati che vanno a vivere a Madeira per contemplare la natura possono essere dei bravi nonni, mangiare sano e risparmiare per aiutare i figli, che ancora muovono passi incerti nella vita, a pagarsi il mutuo. Ma è possibile che questi fasi le trascendano, includendole, onorandole e abitandole, ma con uno sguardo differente. Non sono più rinchiusi negli stadi precedenti, non sono più "agiti" da questi stadi, ma li vivono liberamente e consapevolmente .
Non necessariamente questi stadi devono corrispondere ad un'età anagrafica avanzata. Oggi sempre più frequentemente i giovani arrivano a questo stadio di autorealizzazione in tempi rapidi, grazie al cambiamento sociale, che mostra i fotogrammi accelerati dei limiti degli stadi precedenti.
Nel linguaggio della spirale dinamica, potremmo associare questo stadio di autorealizzazione al livello di secondo ordine - integral - come il verde, il giallo e il turchese. In questi stadi la consapevolezza aumenta, la capacità di integrare differenti livelli di conoscenza e di pensiero olistico prendono il sopravvento rispetto al pensiero meramente razionale intellettuale e rispetto all'approccio individualistico degli stadi precedenti.



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